… un turbinio di rimandi sottili
a cura di Leonarda Zappulla
Romano Dario, pittore e decoratore, nato a Brescia nel 1962. Vive e lavora a Flero (Brescia). Già all’età di dodici anni frequenta lezioni di arte pittorica. Consegue il diploma di Maestro d’Arte in Arti Pittoriche presso l’istituto “Il Savoldo” di Brescia e frequenta successivamente corsi privati di scultura e di ceramica presso importanti artisti contemporanei bresciani. Dopo aver maturato esperienza, alla fine degli anni ‘90, presso una realtà di progettazione e realizzazione di decorazioni artistiche, approda in un azienda leader in Italia, sita nella provincia di Pesaro-Urbino, nella realizzazione di scenografie teatrali come responsabile del laboratorio artistico nella figura di pittore e scultore di scena curando personalmente finiture e perfezionamento delle opere in teatri non solo nazionali. Dal 2002 ha ricoperto il ruolo di insegnante al corso annuale di disegno e arti pittoriche “Accademia dei Nove” a Rezzato (BS) e dal 2018 organizza privatamente la stessa tipologia di corso presso l’Istituto Don Orione di Botticino Sera (BS). Tra le sue esposizioni più importanti: I° e II° Biennale di Brescia; varie collettive internazionali a Bologna, Venezia ,Abbazia (Croazia), Londra, Parigi, New York e Milano, dove si presenta anche con una personale.È Socio Ordinario della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano dal 2018. In occasione del progetto Arte a Palazzo le sue opere hanno campeggiato tra le antiche volte ed i capitelli rinascimentali di Palazzo Fantuzzi, sede della Farini Concept, portando il suo originalissimo linguaggio particolarmente intriso di amore per l’Africa estrapolata dai suoi coloratissimi scenari per essere sondata attraverso l’animo dei suoi protagonisti, a volte velati di simpatica ironia altre volte di cruente passioni. Fedele a se stesso ed alla sua impeccabile formazione, nella perizia tecnica e nel dettaglio grafico, ma nel contempo eclettico nel sentimento cromatico.
Nulla è lasciato al caso. | tocchi di colore sono evocativi, richiamano e al contempo ripudiano una realtà osservata non solo con gli occhi, ma in special modo con testa, cuore, stomaco. Dario sceglie la realtà, non il realismo. Artista espressamente figurativo, sceglie gli animali perché ama metterli davanti ai nostri occhi nella loro nuda semplicità e stravolge il tutto raccontando una storia diversa, lasciando che sia chi guarda a cogliere nuovi aspetti e soprattutto nuovi concetti di questa realtà analizzata in maniera impeccabile. Un linguaggio artistico quello di Dario Romano che fonde realtà e surreale tramite l’assenza di scenari volutamente lasciati non finiti, evanescenti. Dario ha scelto di estromettere tutto ciò per evocare tale magnificenza e dettare un nuovo codice, fatto di essenza, non di infiniti, bensì di “non finiti”. Il suo realismo è un focus, come la lente di ingrandimento che ha scelto l’oggetto principe della sua osservazione e ne ha fatto il centro semiotico delle composizioni, garantito da pennellate che inquadrano e poi sfumano, come si trattasse di rivelare una dimensione surreale, positiva ma di memento per l’uomo cosiddetto “occidentale”. La voglia di trasmettere emozioni forti si esprime mettendo in scena la fauna al di là di un sipario che in realtà è un traslato di eventi dell’animo umano, è arte di denuncia sociale nella quale le sommosse e i conflitti si travestono di istinto animale. Significante e significativo si rincorrono in un turbinio di rimandi sottili dato al fruitore tramite una magistrale perizia di esecuzione, ma l’idea rivoluzionaria e quasi celata di far diventare gli animali attori che interpretano le diverse sfaccettature dell’animo e del fare umano è la grande forza della arte di Dario Romano.
Gallerie di riferimento:
Hernandez Art Gallery – Milano
Galleria Farini Concept – Bologna