Critica Mostra: Galleria Farini Concept VENEZIA

DARIO ROMANO
“Le persone di colore provano una costante frustrazione per non essere rappresentati,
o essere mal rappresentati, e per il fatto che queste immagini girano il mondo.”

Spike Lee


In queste parole del regista americano Spike Lee, un intellettuale che, attraverso il medium del cinema ha sempre inseguito la volontà di render degna nota della cultura e della civiltà afroamericana statunitense, si racchiude un
messaggio ravvisabile in quell’incontro/scontro tra nord e sud del mondo, con il quale ancora oggi, siamo incapaci di fare i conti. Sono, inoltre, parole che ho scelto per introdurre l’opera dell’artista Dario Romano che giunge a Venezia, in occasione dell’evento espositivo voluto dalla Galleria Farini Concept; un dipinto che, per chi conosce la
produzione del pittore bresciano, sa afferire ad una amplissima ricerca che ha puntato il proprio focus rematico sul continente africano, quasi ne fosse stato ammaliato e ne avesse voluto dar nota secondo una osservazione peculiare, soggettiva, carica di lirismo e pathos.
Colors è il dipinto che Romano presenta a Venezia e, almeno in parte, si discosta, da quelli che il pubblico della Farini Concept ed i lettori dei cataloghi di mostra, hanno imparato a conoscere. Se, invero, molto spesso, è il mondo della savana — seppur in maniera ironica e peculiare — a rendersi protagonista dei lavori di Dario Romano, in questo caso sono dei bambini africani intenti ad osservare e leggere dei libri illustrati, seduti fuori da un uscio.
Una immagine profondamente evocativa, dall’intento narrativo che dispiega la necessità performativa, incontra i volti ed i corpi dei giovani soggetti, i colori che indossano, le espressioni dei loro volti, dei loro sguardi, delle loro labbra, generando quello che oserei definire uno slancio linfatico quasi teatrale, non fosse che, invece, al contrario, è reale, veritiero, tanto quanto lo sono i bimbi. La rappresentazione investe lo spettatore, smontando molti di quei patetici clichés che, di giorno in giorno, ci vengono propinati da più parti.

“L’aria, in Africa, ha un significato ignoto in Europa: piena di apparizioni e miraggi, è, In un certo senso, il vero palcoscenico di ogni evento.”

Affermava Karen Blixen, autrice danese e nota per il famigerato romanzo La mia Africa. Ed è così che Dario Romano rappresenta i ‘suoi’ bimbi africani, con la naturalezza con cui gli occhi e le mani dei più piccoli si muovono, spinti dalla curiosità verso i sentieri più profondi della meraviglia e dell’ignoto, con il desiderio di conoscere e scoprire sempre qualcosa di nuovo.
Colors rende riconoscibile lo stile di Romano, scenografo e consulente anche per il Teatro San Carlo di Napoli, che sceglie un linguaggio, un codex che tratta la sintesi in quanto essenza tangibile della narratologia, punta il focus su un dato specifico e lascia che il resto sfumi via. L’occhio privilegiato concettuale ed ontologico dell’artista diviene, poi, anche quello dell’astante. I ‘non finiti’ di Dario Romano recano una forte valenza semiotica, si fanno latori essi stessi di un messaggio che è flusso esistenziale, un punto che, nella dimensione surreale in cui transita, centra e determina il significato più recondito della sua indagine, affondando le radici in una, spesso ironica, matrice antropologica e sociologica della quale i bambini possono essere alfa ed omega.

2018

Critica Mostra: Galleria Farini Concept

 (Maggio 2018)

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